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Calabrese su La Repubblica: «Commisso tra Franchi e retrocessione: può cambiare idea sulla cessione»

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Nell'anno del centenario si va verso la retrocessione. Gestire in smart working una società è complicato: servivano scelte diverse dopo Pioli e Pradè

Con la sconfitta contro il Sassuolo la Fiorentina non è più sull’orlo del baratro, ma ci è finita dentro. E risalire in classifica non sarà impresa facile. Così, nell’anno del centenario, la società viola si appresta a regalare alla città una retrocessione che farebbe saltare idee e progetti e, probabilmente, finirebbe per mettere sul mercato la Fiorentina viste anche le condizioni di salute di Rocco Commisso. Così scrive Giuseppe Calabrese su La Repubblica.

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CESSIONE. Il presidente continua a seguire le vicende viola dalla sua bella casa negli Stati Uniti. È in contatto diretto con il dg, Alessandro Ferrari, e con la squadra ma gestire in smart working una società di calcio non è impresa facile. Anzi, è piuttosto complicato. Oltretutto ci sono da prendere decisioni strategiche anche sui futuri asset, lo stadio prima di tutto. Se la società viola entrerà nell’operazione Franchi, Commisso dovrà mettere sul piatto un bel po’ di soldi. Ipotesi plausibile anche in funzione di un’eventuale cessione del club. Con un accordo che garantisca alla società viola la gestione dello stadio per almeno 50 anni, la Fiorentina sarebbe di certo più appetibile. Finora Commisso ha sempre smentito le voci di cessione, ma l’eventuale retrocessione e le sue condizioni di salute potrebbero spingerlo a rivedere la sua posizione

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SCELTE DIVERSE. Nel frattempo la squadra è precipitata nel caos e il doppio cambio tecnico-gestionale non ha dato risultati. Vanoli e Goretti non sono adatti a gestire una situazione così difficile, non hanno l’esperienza per farlo. Servivano scelte diverse dopo l’addio di Pradè e Pioli, ma Commisso ha deciso così.

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