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Repubblica - Fiorentina, il Verona vale come una finale. Serve coltivare fiducia e certezze post-Dinamo

3 min di lettura

La squadra di Vanoli va oggi pomeriggio a caccia della prima vittoria del suo campionato, contro un avversario che venderà cara la pelle

Nelle figure retoriche che accompagnano il lessico calcistico la frase «è una partita che vale come una finale» viene usata spesso e volentieri, anche a sproposito, come rafforzativo di un contesto che non avrebbe bisogno di tale metafora. Nel caso invece di Fiorentina-Verona, oggi pomeriggio alle 15 al Franchi, mai dicitura risulta essere più giusta per inquadrare una partita senza appello. Per i viola l'imperativo categorico è vincere, per non compromettere ancora di più una classifica deficitaria, scrive La Repubblica.

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RISALITA. La vittoria del Lecce e una media punti salvezza che si alza di giornata in giornata - a oggi la quartultima è distante otto punti – non ammettono più passi falsi, distrazioni, rimandi alla partita successiva, ma impongono di concentrarsi sul presente. Per risalire dall'ultimo posto in classifica e scacciare con forza lo spettro della Serie B, per infondere voglia di ripartire e ribaltare i primi mesi di campionato e non arrivare alla rassegnazione di chi pensa che tutto già sia compromesso, a dicembre, nemmeno alla fine del girone di andata. Per la Fiorentina conta soltanto vincere e conta farlo oggi.

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FIDUCIA E CERTEZZE. Già, vincere. Un verbo che i viola in campionato non hanno ancora conosciuto, dispersi tra sei pareggi e otto sconfitte e nessuna gioia. Un verbo che invece in Europa giovedì è stato vissuto con la positività che i successi determinano. E anche se la Dinamo Kiev è un avversario diverso dal Verona di oggi, i tre punti hanno ridato fiducia e stima al gruppo di Vanoli che, nella sua consueta esaltazione della politica dei piccoli passi, in Conference ha incassato diverse certezze. Sia da chi è stato finora meno impiegato - Richardson in primis, ma anche Kouamé - sia da un modulo, quel 4-2-3-1 lanciato in corsa e nel momento di maggiore difficoltà della partita, che ha rappresentato una svolta sotto tutti i punti di vista.

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AVVERSARIO IN SALUTE. Come detto, guai a pensare che il palcoscenico europeo, dove qualche distrazione è permessa e la qualità alla fine riesce sempre a fare la differenza, sia lo stesso del campionato. Il Verona arriva forte di un successo con l'Atalanta cercato e voluto, con un gruppo che ha dimostrato con le prestazioni la fiducia verso il proprio allenatore e con la freschezza di tanti talenti. Giovane in primis, richiesto anche da Palladino lo scorso gennaio proprio per la Fiorentina. Ma anche con la determinazione di chi sa che per salvarsi servirà lotta, grinta e tanta corsa. Tutti ingredienti che i viola finora non hanno messo, con conseguente ultimo posto in classifica e prestazioni deficitarie.

ATTEGGIAMENTO. Oltre alla tattica nelle due sedute - scarico venerdì e rifinitura ieri - Vanoli ha ribattuto sul tasto dell'atteggiamento, catechizzando i suoi sulla necessità di pareggiare la fame degli avversari per poi esaltare i valori tecnici, quelli viola superiori. A spingere la Fiorentina ci sarà un Franchi sold out, diverso dallo scenario desolante di giovedì con solo 8mila tifosi. Perché stavolta è una partita che vale come una finale.


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