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Bocci sul CorFio: «Quali soluzioni drastiche? La società andrebbe potenziata. I giocatori passino dall'io al noi»

3 min di lettura

Goretti ha annunciato soluzioni drastiche, per ora Vanoli sta facendo peggio di Pioli. Cambi continui, ma nessuno in campo si aiuta

Una barca alla deriva. Roberto Goretti, il giovane direttore sportivo che ha preso il posto di Pradè, ha invocato soluzioni drastiche e il popolo viola si interroga su quali potrebbero essere: il cambio di modulo? Sbattere qualche big in panchina? Magari abbandonare la corsa agli ottavi della Conference. O cambiare ancora allenatore, visto che Vanoli, numeri alla mano, sta facendo peggio di Pioli. Sino adesso tutto è stato vano, scrive Alessandro Bocci sul Corriere Fiorentino.

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CAMBI INUTILI. La svolta, ogni settimana invocata, è naufragata. Gioca Gudmundsson e rimpiangi Piccoli, gioca Piccoli e rimpiangi Gud. Lo stesso vale per Fagioli e Nicolussi Caviglia. Il problema è che anche gli allenatori si sono infilati in questo circolo vizioso e perverso. Ogni volta un cambio, frenetico e inutile, alla ricerca vana di una scintilla. La squadra è spenta, morta, retrocessa nell’anima prima ancora che sul campo. La società, ridotta ai minimi termini e senza l’apporto del presidente Commisso, bloccato a New York da problemi di salute, andrebbe potenziata con l’inserimento di un uomo esperto, navigato. Che possa diventare un punto di riferimento e aiutare Vanoli senza mettergli pressione, come sta facendo Ranieri con Gasperini. Ma al momento, questa, sembra utopia. Neppure la spinta di Firenze aiuta il gruppo.

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DALL'IO AL NOI. Siccome è impensabile rivoluzionarla a gennaio, è necessaria una presa di coscienza. Un chiarimento, nello spogliatoio o a cena: senza allenatore, senza dirigenti. Solo il gruppo. Perché quanto visto con il Sassuolo, ma anche con l’Aek Atene e tante altre volte, non va bene. I giocatori devono parlarsi chiaro e buttare fuori tutto. Chi non se la sente si faccia da parte. È una questione di uomini, su questo Vanoli ha ragione. Lui però non è entrato nella testa dei giocatori e lo ha anche ammesso. Scene come quelle di sabato non vogliamo più vederle: non si può litigare per tirare un rigore o arrabbiarsi per una sostituzione come ha fatto Ranieri. Il noi deve sostituire l’io. Anche il battibecco, finito sui social, tra allenatore e Gudmundsson è autolesionismo. Nella Fiorentina ognuno gioca per sé: a cominciare da Kean, il più bravo di tutti. Manca il senso di squadra, la volontà di aiutare il compagno in difficoltà. Ciascun giocatore deve fare un passo indietro per farne dieci in avanti. E se la squadra darà un segno della sua presenza, Firenze non la abbandonerà. Ma non si può chiedere senza dare.

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