Reazione ok, ma ora la vera (ennesima) riprova. Servono tre punti a Lecce per provare a dirsi guariti
Dopo alcuni segnali incoraggianti arrivati contro gli Hearts la Fiorentina sarà chiamata all'ennesima riprova. A Lecce devono arrivare tre punti
Si può far finta che ogni problema e/o difetto sia stato risolto, che gli Hearts fossero uno squadrone che la Fiorentina ha annichilito rifilandogli 8 gol in 180’ dopo due prestazioni perfette, che Jovic sia tornato bomber di razza e che il cammino, da adesso, non possa esser altro che tutto in discesa.
Difficilmente sarà così. La recente scoppola rimediata con la Lazio dopo lo 0-3 di Conference è ancora lì, vicina, troppo, per non pensare che si debba mantenere un certo equilibrio anche dopo una vittoria netta e di goleada.
Sia all’esterno che all’interno dello spogliatoio. Attenzione: la Fiorentina ha vinto e segnato 5 reti anche per il valore dell’avversario, ma non solo per quello. L’RFS, d’altronde, è pure peggio degli Hearts, ma il divario va sempre legittimato sul campo, cosa che coi lettoni non era riuscita alla formazione viola.
BENE E MALE. Così com’è vero che giovedì si sono visti dei segnali incoraggianti, dalla sorte che nega il gol in apertura agli scozzesi (a differenza della gara con la Lazio, in cui la squadra di Sarri si era trovata avanti 0-2 al termine di un primo tempo in cui il risultato poteva essere opposto) al ritrovato senso del gol di Jovic fino ad un buon Nico Gonzalez, ma è altrettanto vero che sono emerse anche delle criticità da non sottovalutare.
Dietro continuano le amnesie su imbucate in verticale, con gli Hearts che avrebbero potuto segnare due volte già nel primo tempo riuscendo con estrema facilità a trovare l’attaccante con palloni in profondità. Quando ti ritrovi contro le punte degli Hearts ti può anche andar bene, ma quando trovi gli avanti della Lazio paghi dazio, come accaduto proprio pochi giorni fa.
Lo stesso, tuttavia, era accaduto in gare come con Udinese e Bologna, ed in generale troppo spesso. D’altronde la Fiorentina è la squadra che subisce meno tiri di tutti in Serie A, ma continua a prendere troppi gol in relazione a quanto concede.
Segnale che c’è da rettificare più di qualcosa sulla linea difensiva e sul modo di difendere. Tra i vari segnali positivi c’è anche la capacità di reagire messa in campo da una Fiorentina che dalla gara con gli Hearts aveva molto più da perdere che da guadagnare.
Ora, però, ci sarà l’ennesima ‘prova del nove’, a Lecce, contro un avversario affamato che si gioca la salvezza e sa che potrà contare sia sul fattore campo che sul fatto di essere maggiormente riposato. CONTINUITA’. La Fiorentina è chiamata a dare continuità alla prestazione di Conference e a tirarsi fuori da una situazione di classifica che se non è preoccupante poco ci manca.
Ci può stare di perdere con la Lazio, non è certo la prima volta che accade negli ultimi anni. E non sarebbe neanche troppo problematico aver perso 0-4 dopo una gara in cui meritavi altra sorte e hai incassato 2 reti nel finale a gara già compromessa.
Il vero problema sta nella serie di punti gettati al vento tra prestazioni incolore ed errori, come ad Empoli, Bologna, Udine e aver steccato di brutto con RFS e Basaksehir. Ok, il girone europeo è stato raddrizzato, con anche la possibilità di provare a vincerlo, ma il prezzo da pagare non può essere doversi guardare le spalle tutto l’anno.
Per questo serve uscire con tre punti dal Via Del Mare lunedì e poi provare a farne almeno uno con l’Inter, due partite in cui la Fiorentina potrà capire se davvero il peggio è passato, se sono stati risolti tutti o una parte di una serie di problemi che una manita agli Hearts, per quanto confortante, non può aver cancellato d’incanto se non negli occhi degli inguaribili ottimisti.
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