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Kean e i «motivi familiari», quando un po' di chiarezza non sarebbe guastata

La gestione della comunicazione sul caso Kean alimenta dubbi e malumori in un momento già critico per la Fiorentina

La notizia di ieri è che Moise Kean non si è allenato al Viola Park e non lo ha fatto neanche oggi. Il centravanti della Fiorentina, infatti, ha goduto di un permesso della società per non meglio definiti «motivi familiari» e che tornerà nei «prossimi giorni». Dunque è in dubbio per la partita di domenica con la Cremonese. Piove sul bagnato.

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La notizia è stata fatta filtrare dalla società, ma in realtà le voci su un assenza di Kean dal Viola Park erano già trapelate. L'impressione è che la Fiorentina si sia dovuta muovere con una versione ufficiale affinché non si propagassero. Moise Kean ha già un precedente, pochi mesi fa. Il 24 aprile lasciò la Fiorentina sempre per «motivi familiari». Allora furono più che giustificati, perché si capì subito la gravità della situazione che aveva colpito la sfera familiare del centravanti gigliato. Ci auguriamo che quanto accaduto stavolta non sia minimamente al pari della gravità di quel fatto. 

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Tuttavia, considerato il momento storico estremamente delicato che si vive in casa viola, ci si poteva attendere un pizzico di chiarezza in più da parte della società. La comunicazione della Fiorentina, così vaga, finisce inevitabilmente per prestarsi a qualsiasi interpretazione, alimentando dubbi e malumori. In una fase del genere, questo è sufficiente a generare ulteriore tensione. Nel pieno rispetto della privacy, sacrosanta e inviolabile, sarebbe forse stato più opportuno provare a spegnere ogni polemica sul nascere, invece di lasciare spazio a nuove insoddisfazioni. Il ritardo e la vaghezza del messaggio, in un periodo già complesso, rappresentano l’ennesima conferma delle difficoltà che si respirano all’interno del Viola Park.

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