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Gazzetta - Aquilani il predestinato: è già nella storia del Catanzaro. Barone, i viola e la svolta in Calabria

L'ex allenatore della Primavera viola, dopo il flop a Pisa, sta trascinando il Catanzaro verso i playoff

«Signori si nasce, e io modestamente, lo nacqui». Diceva Totò, con quell’ironia che serve a smontare le certezze. Perché nel calcio, in fondo, calciatori non si nasce quasi mai: lo si diventa. Con il lavoro e con i sacrifici. Alberto Aquilani calciatore lo è diventato, ma allenatore, forse, lo era già. Non per destino romantico, ma per attitudine: da ragazzo aveva piedi educati e visione di gioco. Quando appende le scarpe al chiodo Aquilani riparte da Firenze (il viola è uno dei fili conduttori della sua carriera: da calciatore, all’ombra del David, passa tre stagioni), il luogo della metamorfosi: debutta prima con i più giovani, poi alla Primavera. In tre stagioni vince tre volte la Coppa Italia Primavera e due la Supercoppa, un palmares da record e un’etichetta che inizia ad accompagnarlo: la sua recita “allenatore predestinato”. Anche grazie a Joe Barone: «Per me era un punto di riferimento. Aveva disegnato un progetto attorno a me, è stato come perdere un parente». Così scrive La Gazzetta dello Sport.

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DA RECORD. Il salto tra i grandi arriva a Pisa. Una stagione complicata, fatta di aspettative e risultati che non coincidono. Dopo un anno di pausa, passato ad aggiornarsi, Aquilani riparte da Catanzaro. Il giallorosso è l’altro filo conduttore della sua carriera: da calciatore esordisce in Serie A e si consacra alla Roma, oggi ha ritrovato quel colore in una piazza che non conosce, ma in cui si inserisce in fretta. Pietro Iemmello, il capitano, è uno dei suoi principali sponsor e amici. Oggi il suo Catanzaro è settimo, ha 28 punti ed è reduce da quattro vittorie consecutive. Un filotto che eguaglia il record del club in Serie B, centrato prima d’ora solo nel 1960-61. 

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CRESCITA ESPONENZIALE. Eppure, l’impatto sulla panchina del Catanzaro non è stato dei migliori: sei pareggi iniziali, poi due sconfitte contro Monza e Padova, e la squadra che scivola fino al quindicesimo posto. Ma la panchina non vacilla: Aquilani gode della fiducia totale della società e della piazza. Una fiducia che ripaga subito: la settimana dopo vince con il Palermo, uno di quegli exploit capaci di cambiare una stagione. Nelle otto giornate successive il Catanzaro colleziona 19 punti (6 vittorie, 1 pari e 1 sconfitta) e si rilancia in zona playoff, a più 5 sull’Empoli, ottavo. Crescono i giovani, ora il Catanzaro sembra anche aver capito quando accelerare e quando abbassare i ritmi. Ha cambiato pelle: via i fronzoli, spazio al pragmatismo. È più incisivo davanti e più solido dietro. 

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