Ferrara scrive la letterina a Babbo Natale su La Nazione: «Una vittoria sotto l'albero»

Il regalo richiesto per natale dal noto giornalista è solo uno: il primo successo in campionato della Fiorentina

Il natale è ormai alle porte e la Fiorentina non ha ancora trovato la prima vittoria in campionato. L'unica richiesta di Benedetto Ferrara a Babbo Natale è il tanto agognato successo, che possa aiutare la squadra viola a iniziare la sua corsa in campionato e andare a caccia di una salvezza sempre più difficile. Questa la letterina a Babbo Natale di Ferrara, affidata alle colonne de La Nazione:

«Caro Babbo Natale ti scrivo, così mi distraggo un po'. E siccome, così mi ha detto nonna Gigliola, sei molto lontano, più forte ti scriverò. Da quando sei partito c'è una grossa novità, qui a Firenze il calcio è sparito, e questa è la novità. Sì, lo so bene, ci sono storie molto più gravi in giro: bambini morti sotto le bombe, minacce nucleari, l'ambiente che si ribella agli abusi dell'uomo, ma cerca di capire, per me, anzi, per noi, la Fiorentina era un modo per evadere un po' dalla realtà, per emozionarci, condividere un sogno. Sì, quasi sempre illusioni, ma tra un sogno complicato e un incubo c'è una certa differenza. Per essere più chiaro cito un altro Lucio, perché le canzoni a volte aiutano a capire. Lo metto tra virgolette: «…Confusione, mi dispiace se sei figlia della solita illusione e se fai confusione, Tu vorresti imbalsamare anche l'ultima più piccola emozione…». Sai Babbo Natale, ho visto in tv Vanoli spiegare che non c'era stato nessun confronto nello spogliatoio ma che era a fare la doccia. Se serviva per schiarirti le idee e poi dici che anche vincendo la tua squadra non sarebbe andata agli ottavi significa che nella doccia invece che acqua c'era la vecchia romagna che piace tanto a zio Anselmo. Mah. Sai, il Viola Park mi ricorda tanto la casa delle fate che ti aveva chiesto mia sorella il Natale scorso. Un mondo fantastico lontano dalla vita reale. Sarebbe tutto meraviglioso se poi non ti capitasse di dover uscir fuori per giocare a pallone davanti ai tuoi tifosi. A proposito, se ti scrivo è anche perché babbo non lo vedo affatto bene. In estate sorrideva sempre, mi parlava di Champions. Pareva drogato. Anche ora pare drogato, ma deve aver cambiato sostanza: giovedì sera, a fine partita, era rimasto davanti alla tv con una Ceres in mano a fissare il vuoto. E' stato lì in silenzio almeno due ore, poi è andato a letto senza dire una parola. Ma è da un pezzo che non parla più di calcio. Ogni tanto borbotta da solo di Ferrari, megafoni e calciatori indegni. Poi di nuovo silenzio. L'anno scorso ti chiesi la maglietta di Gudmundsson. Ma quest'anno niente magliette ti prego. Se fossi stato cattivo mi sarei meritato quella arancione, ma non penso di meritarmi questa punizione. Caro Babbo Natale, quest'anno ti chiedo solo una vittoria prima possibile, magari subito, una proprietà che faccia qualcosa o che venda tutto a chi è interessato al pallone. E già che ci sei dirigenti competenti e una rivoluzione al mercato di gennaio. Insomma, pensaci tu, che qui non ci sta pensando nessuno. Ti scrivo a nome dei miei amici e di mio babbo, che continua a girare per casa chiedendosi come si fa a far giocare Kouame a tutta fascia. Io aspetto fiducioso. Ps. Qualcuno sostiene che non esisti, ma io non mollo, se esiste Infantino… Ora ti saluto: ti aspetto giovedì mattina davanti al Viola Park, la casa fatata della Fiorentina che non c'è».