Due pari in campionato e un po' di rammarico, ma niente malumori. La forza del gruppo è la chiave di questa Fiorentina
I viola meritavano la vittoria contro l'Atalanta, ma la prestazione ci dice la squadra è in ottima forma. Vietato prendere sotto gamba il ritorno col Lech Poznan
Il pareggio con l’Atalanta non lascia in eredità malumori (eccezion fatta per la rissa sfiorata negli spogliatoi), bensì un po’ di rammarico. La Fiorentina la prestazione l’ha fatta eccome. E avrebbe meritato la vittoria, proprio come contro lo Spezia.
I tre punti avrebbero rilanciato la lotta europea passando per il campionato, obiettivo che ora diventa molto complicato da raggiungere – bisognerà anche capire cosa succederà alla Juventus –. Alla fine arriva un 1-1 ma va bene così, perché nel finale si è rischiata la clamorosa beffa sul brutto retropassaggio di Bianco e perché i viola centrano il 14esimo risultato utile consecutivo.
Una Fiorentina che si dimostra in ottima condizione mentale e fisica: il finale di partita è stato infatti solo a tinte viola, tanto che sembrava fosse stata l’Atalanta la squadra che aveva giocato in coppa giovedì. Il limite, lo ripetiamo da mesi, è sempre la poca concretezza in area di rigore.
Vero che in Conference League la Fiorentina ha segnato a ripetizione, ma contro fasi difensive ben più organizzate come quelle di Serie A i giocatori viola fanno molta più fatica a trovare la via del gol. In questo senso, l’ottima notizia è rappresentata dalla continuità realizzativa di Cabral.
Il 15esimo gol stagionale del brasiliano è frutto di un calcio di rigore che gli ha concesso Gonzalez, che ha capito quanto sia importante per la squadra che il centravanti continui a segnare con regolarità. Non è un caso che dopo aver realizzato il rigore del pareggio la prestazione di Cabral, già generosa nel primo tempo, sia migliorata.
Nessuno più di un centravanti si nutre dei gol per potersi esprimere al meglio e una squadra con le difficoltà offensive della Fiorentina non può più permettersi lunghe pause dal proprio numero nove. Questo episodio racconta bene cosa succede alla squadra.
A prescindere dalle individualità, il segreto del momento positivo che sta vivendo la Fiorentina si spiega nella forza del gruppo. Non c’è un giocatore che emerge prepotentemente sugli altri, è il collettivo che funziona egregiamente.
Non si ha mai avuto l’impressione che Italiano avesse perso la fiducia dei suoi giocatori, neanche nei tanti momenti difficili vissuti in questa stagione. Tuttavia, mai come nelle ultime settimane tutta la squadra si è compattata, seguendo alla perfezione le idee del proprio allenatore.
Non ci si può certo fermare qui. Domani la Fiorentina torna in campo nel ritorno dei quarti di Conference League, dopo l’1-4 rifilato in Polonia al Lech Poznan. L’obiettivo è gestire il grande vantaggio maturato, senza però sottovalutare la sfida.
D’altra parte, la Fiorentina non è una squadra che sa domare le partite andando a ritmi bassi: deve sempre giocare al meglio per portare a casa il risultato. Il primo tempo con il Braga è lo spauracchio da evitare, Biraghi e compagni dovranno dimostrare di aver imparato la lezione.
Qualche rotazione è certa, forse arriverà un turnover un po' più robusto del solito, visti i tre gol di vantaggio maturati. In tanti sperano in una maglia, forse chi più di tutti conta di giocare domani è Luka Jovic. Per il serbo, con un Cabral così, trovare spazio diventa sempre più complicato: contro l'Atalanta neanche un minuto in campo, nonostante il risultato in bilico.
In generale, pochi minuti nelle ultime partite e una chance che potrebbe arrivare probabilmente domani in Conference, oppure domenica col Monza, perché anche Cabral dovrà rifiatare. Non sarà un'ultima occasione, visti i tanti impegni che attendono la Fiorentina anche a maggio, ma poco ci manca.
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