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Gazzetta - Viola a picco, Vanoli ora rischia: nessun miglioramento. Il paradosso di De Gea e Kean

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Un anno fa portiere e centravanti erano decisivi, anche ieri invece hanno frenato la Fiorentina

La cosa davvero preoccupante è che la Fiorentina ha fatto il possibile. Ci ha provato, ha corso, si è impegnata, ha dato tutto. E ha perso, ancora: terza sconfitta di fila, nona in quindici giornate, senza mai provare il piacere del successo. Il Verona, vincendo con una doppietta di Orban, scavalca il Pisa e stacca i viola, adesso ultimi con quattro punti di distacco dalla penultima e otto dalla quartultima. La classifica è bruttissima, ma se la squadra si sbloccasse e cominciasse a vincere ci sarebbe ancora la speranza di salvarsi, scrive La Gazzetta dello Sport. 

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LA DIFFERENZA. È molto peggio, però, la sensazione di ineluttabilità che si respira in certi momenti della gara, come se i giocatori non riuscissero a invertire la rotta pur avendo in mano il timone. Quando la partita è in bilico e basterebbe poco per indirizzarla dalla propria parte, i viola sbagliano e la lasciano nelle mani degli avversari. Il paradosso è che, dal punto di vista della prestazione, la Fiorentina si è espressa più o meno sui livelli di alcuni incontri della scorsa stagione, quando la differenza tra vittoria e pareggio o sconfitta stava in due particolari per nulla secondari: il portiere parava anche l’imparabile e il centravanti segnava tirando fuori i gol pure dalla spazzatura. Quest’anno funziona all’opposto: De Gea commette errori gravi quasi sempre e Kean è molto impreciso. Con il De Gea e il Kean del 2024-25 la Fiorentina ieri avrebbe vinto. E invece ha perso anche perché il portiere ha facilitato in modo evidente la rete del vantaggio di Orban e il centravanti ha fallito tre occasioni davanti a Montipò.

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A RISCHIO. Poi c'è la fatica enorme a creare gioco, a risalire il campo con la palla, a mettere in moto le punte. Ha funzionato un solo schema, il lancio di Fagioli per Kean. Anche l’autorete del pareggio è nata così. Ieri Dodo aveva il motore ingolfato, Parisi ha spinto di più e meglio prima che Vanoli, in modo incomprensibile, lo retrocedesse a braccetto. Gudmundsson è apparso più mobile e motivato, ma ha sprecato un comodo contropiede. Il tecnico non ha mai abbandonato la difesa a tre e ha operato cambi peggiorativi dal punto di vista individuale. Adesso la posizione del tecnico è sotto osservazione. Il suo rendimento per media punti (0,40 a partita) è identico a quello di Pioli e non si vedono miglioramenti sul piano della produzione offensiva o della solidità difensiva. È vero che il tecnico si è concentrato molto sulla condizione atletica, deficitaria a causa della gestione precedente. Ma la situazione è preoccupante e qualche riflessione in società è naturale anche in vista del mercato di gennaio: se due allenatori non trovano la chiave, significa che la rosa ha molti limiti.

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