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Fagioli alla guida della Fiorentina: riprova al Tardini. Sfida Bernabè, quel che poteva essere e non è stato

Ultime due gare in crescendo per il regista viola: serve continuità. Il 10 gialloblù e il no estivo alla Fiorentina

Nel calcio servono riprove. Sempre. Specie se hai vissuto quattro mesi complicatissimi e stai provando ad uscirne. A fare quello per cui sei stato scelto e voluto. Per Nicolò Fagioli il finale di 2025 è un po' così, tra consapevolezza di mesi difficili affrontati e la speranza figlia da un paio di buone prestazioni. Tra Verona e Udinese, si è rivisto quel giocatore che a tratti aveva fatto innamorare Firenze in certe fasi della scorsa stagione. Sicurezza con la palla tra i piedi, testa alta, verticalizzazioni.

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SPERANZE. Non si può cancellare ciò che è stato fino a metà dicembre, né per il regista viola né per tutta la Fiorentina. Ma da qui si può ripartire. Contro il Verona la prestazione di Fagioli è stata offuscata dal risultato negativo, ma qualcosa si era visto. Come su quei lanci illuminanti per Kean, uno che sulle palle da 40 metri precise e sulla corsa sa andare a nozze. Contro l'Udinese un'altra bella prova, a prendersi sulle spalle il gioco viola. È mancato tanto, Fagioli, nella prima parte di stagione: riscattato a 13,5 milioni, doveva essere la sua stagione. L'uomo in grado di dare qualità in mezzo al campo, di accendere la manovra. Non è mai successo, fino agli ultimi 180 minuti. Quando il numero 44 ha saputo svoltare mentalmente, in primis.

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SFIDA CON BERNABE'. Meno tocchi poco utili all'indietro, più sveltezza di gambe e di pensiero, quei lanci in verticale e anche inserimenti al limite dell'area avversaria. Come sull'assist per Ndour, come su quel tiro finito alto di poco. Segnali, da cogliere assolutamente. Ora servono riprove, appunto. Già da Parma, altro scontro diretto fondamentale per una Fiorentina che deve dare continuità alla prima vittoria del campionato. Ci sarà ancora Fagioli in mezzo al campo, alla guida della squadra. Tra l'altro ha già segnato al Parma in carriera, ai tempi della B con la Cremonese (oltre che due reti ai tempi dell'Under 17). E sfiderà quel Bernabé che i viola avevano a lungo seguito. Da tempo e soprattutto in estate.

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QUEL PRESSING ESTIVO. Lo spagnolo scuola Barcellona e Manchester City aveva stregato i tifosi viola ma anche i dirigenti in quella sfida di Coppa Italia di due anni fa. Classe, visione di gioco, inserimenti. La Fiorentina vinse ai rigori ma l'allora capolista di Serie B incantò al Franchi per qualità di calcio. Trascinata dal numero 10 ispanico. Lo scorso anno Bernabé ha avuto qualche problema fisico, in questa stagione ha ripreso in mano il Parma di Cuesta. Anche con un ruolo più avanzato in campo. Nel mezzo, in estate, la Fiorentina ci aveva provato. Contatti tra le parti, disponibilità dei viola ad un investimento importante. Ma alla fine non se ne fece di nulla, anche perché Bernabé, per proseguire il percorso di crescita, chiedeva garanzie di impiego che Pioli e la Fiorentina non gli vollero dare. Poi Pradè e Goretti presero Sohm: scelta non proprio azzeccata, finora. E così Bernabé sarà ancora avversario. E chissà che non possa essere proprio Sohm a 'bazzicare' dalle sue parti sabato.


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